Nuova Riveduta:

Genesi 6:3

Il SIGNORE disse: «Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l'uomo poiché, nel suo traviamento, egli non è che carne; i suoi giorni dureranno quindi centoventi anni».

C.E.I.:

Genesi 6:3

Allora il Signore disse: «Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni».

Nuova Diodati:

Genesi 6:3

E l'Eterno disse: «Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l'uomo, perché nel suo traviamento egli non è che carne; i suoi giorni saranno quindi centovent'anni».

Riveduta 2020:

Genesi 6:3

E l'Eterno disse: “Lo spirito mio non contenderà per sempre con l'uomo; poiché, nel suo traviamento, egli non è che carne; i suoi giorni saranno quindi centovent'anni”.

La Parola è Vita:

Genesi 6:3

Non ci sono versetti che hanno questo riferimento.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Genesi 6:3

E l'Eterno disse: 'Lo spirito mio non contenderà per sempre con l'uomo; poiché, nel suo traviamento, egli non è che carne; i suoi giorni saranno quindi centovent'anni'.

Ricciotti:

Genesi 6:3

Disse Iddio: «Lo spirito mio non abiterà nell'uomo per sempre, perchè egli è carne; ed i suoi giorni saranno centovent'anni».

Tintori:

Genesi 6:3

E il Signore disse: «Il mio spirito non rimarrà per sempre nell'uomo, perchè egli è carne, e i suoi giorni saranno centoventi anni».

Martini:

Genesi 6:3

E il Signore disse: Non rimarrà il mio spirito per sempre nell'uomo, perché egli è carne: e i loro giorni saranno cento venti anni.

Diodati:

Genesi 6:3

E il Signore disse: Lo Spirito mio non contenderà in perpetuo con gli uomini; perciocchè anche non sono altro che carne; e il termine loro sarà centovent'anni.

Commentario abbreviato:

Genesi 6:3

Capitolo 6

La malvagità del mondo provoca la collera di Dio Gen 6:1-7

Noè trova grazia Gen 6:8-11

Noè predica del diluvio, le misure dell'arca Gen 6:12-21

La fede e l'obbedienza di Noè Gen 6:22

Versetti 1-7

La cosa più notevole che riguarda il vecchio mondo è la sua distruzione per mezzo del diluvio o dell'inondazione. Vediamo la grandi ingiustizie di quel mondo malvagio e la collera di Dio, come la sua santa decisione, nel punirlo. In tutte le età c'è stata una maledizione particolare di Dio per i matrimoni tra i veri credenti e i suoi nemici dichiarati. Il cattivo esempio dato nel fare un tale matrimonio corrompe e ferisce molti: la fede in quella famiglia verrà meno e i figli cresceranno secondo i principi mondani di quel genitore che è senza timor di Dio. Se diciamo di essere figli e figlie del Signore ancor di più non dobbiamo sposarci senza il suo consenso. Egli non darà mai la sua benedizione se preferiamo la bellezza, l'ingegno, la ricchezza o gli onori terreni alla fede e alla santità. Lo Spirito di Dio avvisò gli uomini inviando loro Enoc, Noè e forse molti altri per predicare loro, pazientando ancora, nonostante le loro ribellioni, e per suscitare rimproveri e colpevolezze nelle loro coscienze. Ma il Signore ha dichiarato che il suo Spirito non avrebbe avvisato gli uomini per sempre: egli li avrebbe pure lasciati indurire nel loro peccato fino ad arrivare alla loro distruzione. Egli decise così perché l'uomo è carne: non solo fragile e debole, ma carnale e depravato, avendo usato impropriamente le potenze nobili della sua anima per appagare le sue inclinazioni corrotte. Dio vede tutta la malvagità che è nei figli degli uomini ed essa non gli può essere nascosta. Se l'uomo non si pente, Egli glielo farà sapere. La malvagità della gente è tanta grande infatti e i peccatori si riconoscono facilmente tra loro. In quel tempo i peccati venivano commessi dovunque e da chiunque. Tutti potevano accorgersi che la malvagità dell'uomo era veramente grande e Dio vide pure che ogni pensiero o intento era solo cattiveria continua. Ecco la radice amara, la primavera corrotta. Il cuore era ingannevole e disperatamente malvagio: i principi erano corrotti, le abitudini e le disposizioni cattive, i loro progetti e le azioni erano malvagie, essi facevano il male deliberatamente e concepivano piani per compiere infamità. Non c'era bene tra loro. Dio, dunque, vide la malvagità dell'uomo come una ferita e un torto fattogli e la vide come un tenero padre vede la follia e l'ostinazione di un figlio disobbediente e ribelle che lo fa affliggere e gli fa desiderare di non voler mai avuto figli. Le parole utilizzate qui sono pesanti: esse sono utilizzate alla maniera umana e non significa che Dio possa mutare i suoi propositi o che qualcosa lo renda infelice. Ma Dio odia così tanto il nostro peccato? E non siamo dispiaciuti per questo? Oh, guardiamo a Colui che abbiamo rattristato e gemiamo! Dio, perciò, si pentì di aver fatto l'uomo, ma non troviamo mai che si fosse pentito di aver redento l'uomo. Dio decide di distruggere tutti gli uomini e la parola originale usata è molto dura, "Cancellerò l'uomo dalla terra", come se fosse sporcizia o sudiciume che è tolto da un posto per renderlo pulito da gettare nella pattumiera, il luogo giusto per essa. Dio parla dell'uomo come di una sua propria creatura, quando decise di punirlo. Coloro che muoiono non possono più far nulla per la loro vita: Dio decise solamente dopo che il suo Spirito li aveva cercati a lungo e invano. Nessuno è punito dalla giustizia di Dio se non quelli che odiano essere corretti dalla grazia di Dio.

Riferimenti incrociati:

Genesi 6:3

Nu 11:17; Ne 9:30; Is 5:4; 63:10; Ger 11:7,11; At 7:51; Ga 5:16,17; 1Te 5:19; 1P 3:18-20; Giuda 1:14,15
Sal 78:39; Giov 3:6; Rom 8:1-13; Ga 5:16-24; 1P 3:20

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